L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata dalle Nazioni Unite nel settembre 2015, difficilmente centrerà l’obiettivo “Salute” a meno di svolte radicali dei governi per correggere le disfunzioni che minano l'accesso
Daniele Dionisio*
Membro, European Parliament Working Group on Innovation, Access to Medicines and Poverty-Related Diseases. Responsabile del Progetto Policies for Equitable Access to Health -PEAH
Nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: Zoppi Senza Radicali Svolte di “Governance”
Nel panorama mondiale odierno, lacerato da scollamenti, discordie ed attriti fra le parti, le radici delle iniquità e disuguaglianze nel campo della salute sono iscritte nelle disfunzioni proprie degli ambiti “politici” nazionali e sovranazionali. Tra queste: fiacca coscienza democratica, debole spirito di responsabilità, rigidità istituzionali, carenza di strutture, e spazi ristretti per politiche di salute a sincera difesa dei deboli.
Questo contesto implica che soluzioni non discriminatorie per la salute globale dipendono unicamente dalla volontà politica di esercitare equità, coerenza, coordinamento, collaborazione, trasparenza e responsabilità a livello nazionale e internazionale.
Purtroppo, gli accordi commerciali e le direzioni governative nello scenario corrente, largamente da parte di Unione Europea e Stati Uniti d’ America, marciano all’opposto convertendo la protezione della proprietà intellettuale in politiche sbilanciate a favore di interessi di monopolio. Il tutto a spese dell’accesso equo alle cure e all’assistenza delle popolazioni a risorse limitate.
E poiché gli incentivi del sistema brevettuale vigente si fondano sui profitti, intesi come ritorni celeri e cospicui nelle tasche degli azionisti, i Paesi a più basso reddito privi di lucrabili mercati farmaceutici risultano oltremodo discriminati.
Tutto questo altro non significa che il fallimento delle attuali politiche per la salute globale, come tristemente rappresentato, giusto ad esempio, dal mal gestito contenimento della recente epidemia di Ebola.
Nel frattempo, la Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è stata adottata lo scorso settembre dalle Nazioni Unite. Centrata su 17 Goals per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs), con 169 obiettivi strutturali, l’Agenda vuol essere …un documento programmatico per le popolazioni ed il pianeta nel ventunesimo secolo. Essa stimolerà all’azione nei prossimi 15 anni in settori critici per la costruzione di un mondo più equo e sostenibile per tutti…
Come evidenziato, …..Nell’Agenda la salute occupa un posto di assoluto rilievo tra gli altri 16 SDGs e include nove obiettivi: tre correlati ai Millennium Development Goals (MDGs), tre a lesioni e patologie non trasmissibili, e tre trasversalmente mirati a copertura sanitaria universale (UHC), accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, riduzione dell’inquinamento ambientale delle acque, dell’aria e del suolo.
Il Goal salute si embrica con molti degli altri 16 SDGs. Ad esempio, la salute contribuisce (traendone reciproco vantaggio) alla riduzione della povertà, al sollievo dalla fame, al miglioramento della nutrizione, alla sicurezza urbana, all’abbattimento delle disuguaglianze, alla sostenibilità dei consumi, all’accesso ad energia pulita, acqua potabile e igiene pubblica, alla appropriata gestione delle sostanze tossiche, e agli sforzi per il controllo delle mutazioni climatiche e la salvaguardia degli ecosistemi aerei, acquatici e terrestri.
Cosa possiamo ragionevolmente aspettarci dall’Agenda a fronte degli scenari sopra accennati?
La speranza del facile conseguimento di goals per la salute onnicomprensivi e non discriminatori è difficilmente credibile con il carico di problematiche irrisolte ancora sul tavolo. Come asserito …Conseguire equità in salute non dipende solo da soluzioni tecniche e dal loro finanziamento. Dobbiamo considerare il panorama politico e correggere le disfunzioni della “governance” globale che minano la salute….
Ammettiamolo, i governi dei Paesi ricchi non sembrano oggi pronti ad impegnarsi per la correzione di queste disfunzioni quale occasione propizia per collocare stabilmente la salute pubblica al di sopra degli interessi politici e commerciali.
Conseguentemente, il completo successo dei nuovi SDGs può solo scaturire dalla pressione continua di coalizioni non governative su scala mondiale per indurre i governi a svolte radicali attraverso misure condivise. Tra l’altro e irrinunciabilmente, queste dovrebbero includere che le istituzioni e organizzazioni leader collaborino di più e meglio con i ministeri per la salute per rafforzare i sistemi nazionali, investire nelle infrastrutture, creare maggiore trasparenza e responsabilità, e dar vita a regole più attente ai bisogni di salute che alle logiche di mercato.
Questo implica che negoziati a porte chiuse devono essere banditi e che modelli partecipativi multi-settoriali devono essere adottati per decisioni gravanti su salute pubblica, crescita, impiego e bilanci nazionali.
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*Sintesi dell’articolo originale pubblicato in Intellectual Property Watch September 24, 2015 http://www.ip-watch.org/2015/09/24/un-sdgs-need-u-turn-on-governance-for-health/